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Intelligenza artificiale all’Università Aldo Moro: l’AI per ridurre le liste d’attesa in sanità

Università Aldo Moro

L’Università Aldo Moro di Bari utilizza l’intelligenza artificiale simbiotica per ottimizzare i pronto soccorso e ridurre i tempi di attesa

L’obiettivo dell’Università Aldo Moro di Bari: ottimizzare i processi sanitari

Utilizzare l’intelligenza artificiale per ridurre le liste di attesa nel sistema sanitario «è l’obiettivo, perché studiamo i processi che avvengono all’interno di un pronto soccorso e li utilizziamo per prevedere quello che accadrà. Questo potrebbe permetterci di ridurre anche i tempi di attesa all’interno della struttura sanitaria». A dichiararlo è Donato Malerba, docente dell’Università Aldo Moro di Bari, durante l’evento “L’ecosistema di Fair: l’AI tra ricerca e impresa”, promosso dalla Fondazione Fair e ospitato proprio dall’ateneo barese.

Applicazioni concrete dell’intelligenza artificiale in ambito sanitario

Secondo Malerba, «gli ambiti di applicazione sono tantissimi». In particolare, l’Università Aldo Moro ha concentrato negli ultimi anni le proprie ricerche sullo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale simbiotica applicati al settore sanitario. Lo scorso anno, in occasione della conferenza generale di Fair, è stata presentata un’applicazione dedicata alla predizione precoce di malattie neurodegenerative. Quest’anno, invece, l’attenzione è rivolta all’ottimizzazione delle risorse ospedaliere, con uno studio mirato a comprendere e prevedere il flusso di accesso ai pronto soccorso.

Prevedere i ricoveri e migliorare la gestione dei pronto soccorso

La ricerca condotta all’interno dell’ateneo barese mira a sviluppare modelli predittivi capaci di anticipare l’esito di un ricovero o di un accesso al pronto soccorso. Grazie a questa tecnologia, sarà possibile pianificare meglio le risorse, migliorare l’efficienza e ridurre i tempi di attesa dei pazienti.

L’intelligenza artificiale simbiotica e il ruolo dell’essere umano

Malerba ha inoltre evidenziato come «siamo abituati a una intelligenza artificiale autonoma, ma questo ci pone dei problemi, perché sembra sfuggire al controllo degli esseri umani». All’interno dello spoke guidato dall’Università Aldo Moro, il focus è invece sulla simbiosi tra uomo e intelligenza artificiale, ovvero sulla coesistenza e collaborazione tra le due componenti.

Una collaborazione consapevole tra uomo e AI

«Questo – ha concluso Malerba – significa che l’essere umano e l’intelligenza artificiale devono condividere un obiettivo, che l’intelligenza artificiale deve essere in grado di comprendere l’essere umano, ma anche di farsi comprendere dall’essere umano». Un approccio innovativo, che mette al centro l’interazione reciproca e consapevole, aprendo la strada a una nuova visione etica e collaborativa della tecnologia nel campo medico.