XII Convegno CoDAU: la sfida della coopetizione universitaria

Il XXII Convegno CoDAU ha riunito 80 Atenei per discutere di governance, coopetizione e strategie di crescita per le Università italiane.
Si conclude oggi la tre giorni del XXII Convegno Nazionale del CoDAU, evento che ha posto al centro il tema della coopetizione universitaria. Si tratta della capacità di sviluppare strategie che sappiano unire collaborazione e competizione, producendo risultati di valore condiviso. Alla manifestazione hanno preso parte oltre 80 istituzioni universitarie, con la presenza di 350 rappresentanti tra direttori generali e dirigenti.
Università italiane e Governo: gli interventi di Bernini e Scuttari
Dopo l’introduzione del Presidente del CoDAU, Alberto Scuttari, è intervenuta a nome del Governo il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. La ministra ha sottolineato come il CoDAU sia sempre stato «il primo comunicatore del cambiamento» e abbia avuto un ruolo decisivo nell’affrontare momenti di grande difficoltà. Ha inoltre ribadito l’importanza che il personale tecnico, amministrativo e bibliotecario segua, insieme a docenti e studenti, il percorso di internazionalizzazione, fondamentale per la vita dell’Università.
CRUI e Università: Giovanna Iannantuoni sul futuro post PNRR
La Presidente della CRUI, Giovanna Iannantuoni, ha ricordato il ruolo centrale delle Università come motore di accelerazione. Ha evidenziato che «tutti insieme possiamo costruire un’Università più forte per un Paese migliore», affrontando le sfide del periodo successivo al PNRR e garantendo ai giovani l’accesso a un’alta formazione di qualità.
Governance universitaria e nuove competenze al centro dei seminari
Nei giorni seguenti, numerosi seminari moderati da giornalisti di rilievo hanno affrontato temi chiave come la governance accademica, la gestione delle infrastrutture, la collaborazione con i territori, le nuove competenze e la formazione sanitaria.
Finanziamenti pubblici e gestione dei bilanci negli Atenei italiani
Sul fronte economico, il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) ha raggiunto i livelli più alti degli ultimi 15 anni. Tuttavia, la struttura dei bilanci è cambiata a causa dell’aumento dei costi fissi. Restano quindi margini di miglioramento sulla flessibilità di utilizzo delle risorse, necessaria per garantire maggiore autonomia agli Atenei e sostenere progetti collaborativi di lungo periodo. L’obiettivo è premiare i risultati conseguiti e affrontare con solidità le sfide future.
Risorse competitive e competenze per le Università del futuro
Negli ultimi anni si sono registrati significativi progressi nella capacità di attrarre risorse competitive, ma il divario con la media europea rimane ampio. Le Università devono quindi sfruttare al meglio i risultati di tali finanziamenti, utilizzandoli per alimentare investimenti e strategie di sistema. A questo scenario si aggiunge la necessità di rafforzare le competenze per la gestione di progetti complessi e infrastrutture innovative. Restano però vincoli normativi e finanziari che rallentano il reclutamento e lo sviluppo professionale.
Collaborazione tra Atenei e rapporto con i territori locali
La cooperazione tra Atenei diventa sempre più decisiva per garantire qualità, equità di accesso, ricerca, innovazione didattica e sviluppo infrastrutturale sia fisico che digitale. Un ruolo chiave è rappresentato anche dal legame con i territori: solo intensificando le relazioni con istituzioni e comunità locali sarà possibile migliorare il diritto allo studio e la vita degli studenti. Ciò significa offrire servizi residenziali, sociali e sportivi di qualità.
Le Università italiane verso un ecosistema sostenibile secondo il CoDAU
«Guardando al futuro» – ha affermato il Presidente del CoDAU, Alberto Scuttari – «le Università, anche per cluster omogenei, dovranno farsi carico di preservare e sviluppare il proprio ecosistema, con l’obiettivo di creare valore pubblico mediante la formazione delle nuove generazioni, garantendo equità di accesso e attraendo risorse umane, finanziarie e tecnologiche».