Viaggio nel passato con il ‘Sepiverso’: l’antica Sepino rivive grazie all’Università del Molise

Con “Sepiverso”, l’Università del Molise porta nel metaverso la storia di Sepino con realtà virtuale e tecnologia 3D.
L’esperienza immersiva del Demo Day dedicato al progetto ‘Sepiverso’
Un viaggio nel tempo alla scoperta dell’antica città di Sepino, reso possibile da una piattaforma innovativa che unisce tecnologia 3D, realtà virtuale e storytelling digitale. È quanto accaduto ieri durante il Demo Day del progetto “Sepiverso – Sepino nel metaverso”, un’iniziativa che ha trasformato la storia in un’esperienza virtuale e coinvolgente.
Il progetto nasce dalla collaborazione tra Università del Molise, Stress scarl e Parco archeologico di Sepino, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio culturale attraverso strumenti digitali di ultima generazione.
La realtà virtuale per esplorare il patrimonio di Altilia-Sepino
Grazie all’uso dei visori VR, studenti, cittadini e rappresentanti istituzionali hanno potuto vivere un’esperienza immersiva unica. Il percorso digitale ha permesso di entrare virtualmente nel Parco archeologico di Altilia-Sepino e nel suo Teatro romano, seguendo le narrazioni interattive di Valeria e Rufus, due personaggi guida di epoca romana del “Sepiverso”.
L’esperienza è stata arricchita dalla presenza degli avatar delle guide reali, che hanno fornito spiegazioni e approfondimenti in tempo reale, rendendo l’esplorazione del sito archeologico ancora più completa e accessibile.
Il coinvolgimento delle scuole e delle istituzioni
L’iniziativa ha visto la partecipazione attiva di tre classi di scuole superiori di Campobasso e Casacalenda, insieme ai partner di progetto, stakeholder e rappresentanti delle istituzioni. L’evento ha dimostrato come l’integrazione tra didattica, tecnologia e patrimonio culturale possa diventare un efficace strumento educativo e promozionale per il territorio molisano.
Le parole del rettore Giuseppe Vanoli sull’impatto del progetto
«Sepiverso – ha commentato il rettore dell’Università del Molise, Giuseppe Vanoli – rappresenta un esempio concreto di come l’Università possa essere motore di innovazione e di sviluppo territoriale, costruendo ponti tra ricerca, cultura e comunità».
Vanoli ha aggiunto che si tratta di «una straordinaria opportunità per la ricerca e la didattica, capace di mettere in dialogo saperi umanistici e innovazione tecnologica per valorizzare il patrimonio archeologico in modo nuovo, rendendo la conoscenza più accessibile, coinvolgente e stimolante per le nuove generazioni».