Liraglutide efficace contro l’emicrania nei pazienti con obesità

Studio dell’Università Federico II: liraglutide riduce di 11 giorni al mese l’emicrania in pazienti con obesità
Un recente studio condotto dai ricercatori dell’Università di Napoli “Federico II” ha evidenziato che liraglutide, uno dei farmaci appartenenti alla famiglia degli analoghi del Glp-1, già utilizzati per trattare diabete e obesità, è capace di diminuire la frequenza degli attacchi di mal di testa nei soggetti affetti da obesità. I risultati della ricerca saranno presentati al congresso della European Academy of Neurology (EAN), in programma dal 21 al 24 giugno a Helsinki.
Lo studio del Centro Cefalee della Federico II di Napoli
La sperimentazione ha coinvolto 26 pazienti affetti da obesità e da emicrania cronica, ossia con oltre 15 giorni di cefalea al mese. Tutti i partecipanti erano in cura presso il Centro Cefalee dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli e hanno ricevuto liraglutide come parte del protocollo di ricerca.
Risultati significativi: 11 giorni in meno di mal di testa al mese
I benefici registrati sono stati considerevoli: la frequenza degli episodi di emicrania è diminuita in media di 11 giorni al mese. In parallelo, è stata osservata anche una riduzione della disabilità associata all’emicrania. «La maggior parte dei pazienti si è sentita meglio entro le prime due settimane e ha riferito che la qualità della vita è migliorata in modo significativo», ha dichiarato Simone Braca, uno degli autori dello studio. «Il beneficio è durato per l’intero periodo di osservazione di tre mesi».
L’effetto positivo non dipende dalla perdita di peso
Secondo i ricercatori, l’effetto positivo del liraglutide sull’emicrania non è dovuto alla perdita di peso, che nei pazienti è risultata modesta. La spiegazione ipotizzata riguarda un’azione specifica del farmaco, che ridurrebbe la secrezione del liquido cerebrospinale, con effetti sulle sostanze coinvolte nel meccanismo dell’emicrania.
Prossimi passi: nuove ricerche sui farmaci analoghi del Glp-1
Dopo i risultati incoraggianti di questa prima sperimentazione, il team di ricerca dell’Università Federico II è già al lavoro per avviare un nuovo studio. L’obiettivo è valutare se anche altri farmaci appartenenti alla classe degli analoghi del Glp-1 possano produrre gli stessi effetti benefici sull’emicrania, magari con minori effetti collaterali. «Vogliamo determinare se anche altri farmaci Glp-1 possono fornire lo stesso sollievo, possibilmente con ancora meno effetti collaterali», ha concluso Braca.