Le malattie respiratorie croniche e l’impatto degli inalatori sul clima

Triplice terapia per la BPCO con nuovo propellente: sicura, efficace e sostenibile
La diffusione delle malattie respiratorie croniche nel mondo
Le patologie respiratorie croniche, come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e l’asma, affliggono centinaia di milioni di individui in tutto il mondo. Si tratta di malattie complesse che compromettono significativamente la qualità della vita dei pazienti e richiedono trattamenti continui e mirati.
L’uso dei farmaci inalatori predosati pressurizzati (pMDI)
I dispositivi inalatori predosati pressurizzati (pMDI), che erogano dosi specifiche di farmaco attraverso un gas propellente, rappresentano attualmente il 76% dell’impiego globale di inalatori. Tuttavia, il loro utilizzo comporta anche un impatto ambientale: si stima che contribuiscano allo 0,04% delle emissioni globali di gas serra. Un dato apparentemente ridotto, ma significativo se si considera la diffusione massiva di questi dispositivi.
Una svolta ambientale: il nuovo propellente a basso impatto climatico
In risposta alla necessità di soluzioni terapeutiche sostenibili, la triplice terapia con budesonide, glicopirronio e formoterolo fumarato (BGF) ha ottenuto un parere positivo da parte del Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA). Questo farmaco, già approvato per il trattamento della BPCO negli adulti, sarà ora disponibile nell’Unione europea con un innovativo propellente di nuova generazione, caratterizzato da un potenziale di riscaldamento globale (GWP) prossimo allo zero.
La prima triplice terapia pressurizzata con emissioni ridotte
Questa combinazione terapeutica diventa così il primo trattamento inalatorio predosato pressurizzato a utilizzare un propellente con un GWP inferiore del 99,9% rispetto a quelli attualmente impiegati. Il risultato è un impatto ambientale in termini di emissioni di carbonio paragonabile a quello degli inalatori che non richiedono alcun tipo di propellente, garantendo al contempo efficacia e sicurezza terapeutica.
Università di Firenze: il parere del professor Lavorini
«Le malattie respiratorie croniche sono patologie complesse che impattano fortemente sulla qualità di vita dei pazienti. I farmaci respiratori somministrati tramite inalatori predosati pressurizzati sono fondamentali per milioni di persone affette da queste patologie in Italia e in Europa, incluse popolazioni vulnerabili come anziani e bambini – spiega Federico Lavorini, professore ordinario di medicina respiratoria presso l’Università degli Studi di Firenze –. Il parere positivo del CHMP sulla transizione verso l’uso di un nuovo propellente a impatto ambientale prossimo allo zero, mantenendo la stessa efficacia e sicurezza, rappresenta un passo importante. Questa decisione garantirà la continuità delle cure per i pazienti, permettendo agli operatori sanitari di scegliere la terapia in base alle esigenze cliniche contribuendo allo stesso tempo a ridurre l’impatto ambientale».