Acquaponica sostenibile: a Ca’ Foscari orate e salicornia prodotte al Campus Scientifico

Coltivazioni in acquaponica

Progetti Interreg Italia-Slovenia Bluegrass e BeBlue portano avanti con successo la sperimentazione di acquaponica marina a Ca’ Foscari, con risultati promettenti per l’agricoltura e l’ambiente.

All’Università Ca’ Foscari di Venezia si coltivano orate e salicornia grazie a un impianto dimostrativo di acquaponica. Questo innovativo progetto è il risultato di due iniziative Interreg Italia-Slovenia, Bluegrass e BeBlue, coordinate dall’Università Ca’ Foscari con l’obiettivo di fornire strumenti per valutare la sostenibilità economica e ambientale di questa tecnologia. L’impianto, situato presso il Campus Scientifico in via Torino a Mestre, è aperto al pubblico per visite gratuite, offrendo una preziosa opportunità per chi è interessato a investire nell’acquaponica.

Durante una giornata di confronto organizzata dal progetto BeBlue, gli operatori del settore hanno discusso temi cruciali come la sostenibilità dell’acquaponica, la filiera produttiva, i rapporti con la distribuzione e le reazioni dei consumatori. In questa occasione è stato presentato per la prima volta l’impianto acquaponico di Ca’ Foscari.

“Nel nostro impianto pilota stiamo sperimentando l’acquaponica marina”, ha spiegato il professor Pastres. “Ciò significa produrre insieme pesci marini, nel nostro caso le orate, e piante che resistono ad alte concentrazioni di sale, come la salicornia. Questa pianta autoctona, che cresce nelle barene della laguna, è molto apprezzata nella gastronomia locale. La sperimentazione ha dato ottimi risultati: le orate sono cresciute bene e siamo riusciti anche a prolungare la stagione della salicornia, che spesso è importata da altri paesi mediterranei”.

L’acquaponica è stata presentata come una soluzione sostenibile per le sfide future, sia alimentari che ambientali. Gli esperti sottolineano l’importanza di costruire una filiera completa, dal produttore al consumatore, per rendere questi prodotti facilmente accessibili e riconosciuti per la loro sicurezza, qualità e sostenibilità. Inoltre, in collaborazione con il progetto iNEST, finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), l’attenzione si è estesa all’intera filiera dei prodotti ittici, coinvolgendo sia la pesca che l’acquacoltura e vari gruppi di consumatori.