Il valore economico della laurea in Italia nel 2024

Immagine simbolica di un tocco su una pila di monete

University Report 2025: i laureati guadagnano fino al 58% in più

La laurea continua a rappresentare un investimento redditizio, ma non per tutti. Secondo l’University Report 2025 dell’Osservatorio JobPricing, nel 2024 i lavoratori con un titolo universitario hanno percepito una Ral media di 41.716 euro, a fronte dei 30.063 euro ottenuti dai non laureati. Il vantaggio economico si attesta dunque sui 12.000 euro, pari a un incremento del +39%.

Il divario cresce con l’età

Il gap salariale si amplia progressivamente con l’età. Nella fascia tra i 45 e i 54 anni, un laureato arriva a guadagnare mediamente il +58% in più rispetto a chi non possiede un titolo universitario. Il report evidenzia così come il beneficio economico della laurea si concretizzi soprattutto nel medio-lungo periodo, man mano che si avanza nella carriera.

Un’analisi completa sulle retribuzioni in base al titolo di studio

Giunto alla sua undicesima edizione, il report dell’Osservatorio JobPricing rappresenta uno strumento autorevole per orientarsi nel mondo del lavoro, grazie a un’analisi dettagliata delle retribuzioni reali, suddivise per titolo di studio, area disciplinare, ateneo frequentato ed esperienza professionale.

Quali lauree fanno guadagnare di più?

Nella fascia d’età compresa tra i 25 e i 34 anni, le lauree in Ingegneria chimica, nucleare, meccanica, gestionale e informatica garantiscono stipendi superiori alla media nazionale di 33.527 euro. All’opposto, chi ha studiato Scienze storiche e filosofiche registra retribuzioni inferiori anche dell’8% rispetto alla media.

Le università con le retribuzioni medie più elevate

La Bocconi si conferma l’università italiana con la Ral media più alta: 41.375 euro, con un vantaggio del +23% rispetto alla media nazionale. Seguono:

  • Politecnico di Milano: 38.171 euro (+14%)
  • LUISS: 37.258 euro (+11%)
  • Università Cattolica: 37.159 euro (+11%)

Anche alcune università pubbliche del Sud si posizionano sopra la media, tra cui la Federico II di Napoli (36.640 euro, +9%) e l’Università dell’Aquila (36.545 euro, +9%).

Tempi di recupero dell’investimento universitario

I tempi per recuperare l’investimento in formazione variano significativamente. Un laureato in sede alla Bocconi impiega in media 12,2 anni, mentre uno fuori sede arriva a 14,3 anni. Per il Politecnico di Milano, i tempi sono simili: 12,4 anni per i residenti e 15,1 anni per i fuori sede. Nei casi meno favorevoli, come Roma Tre, si arriva fino a 23,1 anni per i fuori sede.

Un quarto degli occupati è sovraistruito

Nonostante il vantaggio economico, il 27% degli occupati italiani svolge un lavoro che non richiede la laurea. Questa percentuale supera il 40% tra gli under 35, evidenziando un disallineamento tra formazione universitaria e fabbisogno del mercato del lavoro.

Le università con la maggiore crescita salariale

Se la Bocconi eccelle per retribuzioni iniziali, le università che registrano i maggiori aumenti salariali nel tempo sono:

  • Università di Messina: +122,5%
  • Università di Brescia: +82,2%
  • Università di Pavia: +78,9%

Questi dati si riferiscono al confronto tra le retribuzioni nelle fasce d’età 25-34 anni e 45-54 anni, confermando come alcune università, pur partendo da livelli inferiori, offrano prospettive di crescita molto interessanti.

Le considerazioni degli esperti JobPricing

Secondo Matteo Gallina, responsabile dell’Osservatorio JobPricing:

«L’edizione 2025 dello University Report fornisce chiare indicazioni su quanto un livello di istruzione elevato sia fortemente abilitante a una carriera retributiva significativa. I dati evidenziano come la laurea non generi di per sé retribuzioni più elevate, ma sia un veicolo attraverso il quale la persona può accedere con maggiore facilità a opportunità, ruoli e qualifiche più redditizie. Chi sceglie di investire in un percorso accademico non ha quindi un ritorno economico immediato, ma lo può ottenere nel lungo periodo, per avere già nelle fasi centrali della carriera compensi più significativi di chi invece non consegue questo titolo di studio».

Anche Andrea Anselmi, consultant di JobPricing, sottolinea l’importanza strategica dell’istruzione terziaria:

«Il report conferma con forza quanto l’istruzione terziaria rappresenti oggi un investimento cruciale non solo per il futuro dei singoli, ma per la competitività del nostro intero sistema economico. In un mercato del lavoro sempre più esigente e polarizzato, la laurea continua a offrire vantaggi significativi in termini di occupabilità, retribuzione e crescita professionale. Tuttavia, il report evidenzia anche alcune criticità: disallineamenti tra offerta formativa e domanda di competenze, marcate disuguaglianze territoriali e una scarsa valorizzazione delle competenze nei primi anni di carriera. Serve un’azione coordinata tra università, imprese e istituzioni per colmare questo gap, promuovere l’integrazione tra studio e lavoro, e rafforzare il legame tra capitale umano e sviluppo sostenibile».