Studio: lo status sociale influenza la diffusione delle epidemie

Una ricerca condotta dall’Università di Trento e altri istituti internazionali evidenzia come le disuguaglianze socio-economiche influenzino la diffusione delle epidemie e l’efficacia delle misure di sanità pubblica.
Le condizioni socio-economiche delle persone giocano un ruolo chiave nella diffusione delle epidemie, secondo un nuovo studio internazionale che include la partecipazione dell’Università di Trento. I ricercatori hanno sviluppato modelli epidemiologici innovativi per supportare interventi di sanità pubblica più mirati. La ricerca, pubblicata su Science Advances, è frutto della collaborazione tra UniTrento, Fondazione Isi di Torino, Queen Mary University of London e Central European University.
“Durante la pandemia di Covid-19, abbiamo osservato che la capacità di rispettare le misure di lockdown variava notevolmente in base al reddito,” spiega Michele Tizzoni, ricercatore del Dipartimento di sociologia e ricerca sociale dell’Università di Trento. “Le persone con un reddito più elevato potevano permettersi di seguire le restrizioni più facilmente, mentre chi aveva un reddito inferiore non aveva la possibilità di rimanere a casa senza lavorare. Questo ha generato enormi disuguaglianze.”
Lo studio ha sviluppato un approccio all’epidemiologia computazionale che tenga conto delle differenze socio-economiche, testando i modelli su dati raccolti in Ungheria durante la pandemia di Covid-19. Le informazioni, raccolte tramite sondaggi, includevano non solo l’età dei partecipanti, ma anche il loro status socio-economico.
I risultati dimostrano che includere questi indicatori nei modelli epidemiologici permette di fornire stime più precise sull’andamento della malattia e mette in evidenza disparità significative tra i diversi gruppi sociali. Ignorare questi fattori non solo distorce la comprensione della diffusione delle malattie, ma compromette anche l’efficacia delle misure di sanità pubblica, come il distanziamento sociale e l’uso della mascherina.