Offerta formativa in espansione all’Università Politecnica delle Marche

Univpm cresce: più corsi, iscrizioni record e studenti internazionali al 12%, ma preoccupano le risorse future.
“È stato un mandato segnato dalla crescita dell’offerta formativa: i corsi sono passati da 50 a 75, tra cui corsi di laurea multidisciplinari e in lingua inglese. C’è un record di immatricolazioni e la stima per l’anno accademico 2024/2025 è di avere 5450 iscritti al primo anno”.
Con queste parole, Gian Luca Gregori, rettore dell’Università Politecnica delle Marche (Univpm), ha commentato i risultati del suo mandato in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2024/2025, che si è tenuta questa mattina presso il Teatro delle Muse di Ancona.
Il bilancio del rettorato di Gregori: più corsi e più studenti
Nel suo intervento, Gregori ha tracciato un bilancio complessivo della sua esperienza alla guida dell’Ateneo. Il numero di corsi è aumentato in modo significativo, arrivando a 75 percorsi formativi, con un’attenzione particolare alla multidisciplinarietà e alla formazione in lingua inglese, elementi sempre più richiesti nel panorama accademico internazionale.
Più personale e studenti internazionali: l’Ateneo guarda all’estero
“Abbiamo aumentato anche il personale docente e tecnico in un quadro di tagli consistenti da parte del Ministero”, ha spiegato il rettore, sottolineando l’impegno dell’Ateneo nell’investire sul capitale umano nonostante le difficoltà di bilancio.
Un altro traguardo importante riguarda la componente internazionale: “Gli studenti e le studentesse internazionali hanno raggiunto la significativa quota del 12%. Dobbiamo continuare questa attività, accogliere sempre più studenti dall’estero e creare le condizioni per evitare che una volta formati se ne vadano via”.
Le sfide future: sostenibilità economica e precariato nella ricerca
Guardando al futuro dell’Università Politecnica delle Marche, Gregori ha lanciato un chiaro avvertimento: “Serve una gestione rigorosa delle risorse perché si rischia di avere problemi economici, una realtà per tutto il sistema universitario italiano”.
Infine, ha rivolto un appello alle istituzioni per la tutela dei ricercatori a tempo determinato, evidenziando una criticità imminente: “Alcuni contratti a tempo determinato dei ricercatori scadranno nel 2026 e allo stato attuale saranno difficilmente rinnovabili, così usciranno dal sistema universitario. Questa è una situazione fonte di grande preoccupazione”.