Nuovo orientamento per il corso di Giurisprudenza all’Università di Genova

Il corso di Giurisprudenza dell’Università di Genova si rinnova con tirocini, laboratori e focus su Blue Economy e internazionalizzazione.
L’Università di Genova ha riprogettato in modo completo il corso di laurea magistrale in Giurisprudenza, con l’obiettivo di renderlo più coerente con le esigenze del mercato del lavoro e con le richieste degli stakeholders. La nuova struttura del percorso formativo punta su una maggiore attenzione alla pratica, attraverso il potenziamento dei laboratori di scrittura giuridica, e su iniziative concrete per ridurre l’abbandono scolastico, come il tutoraggio personalizzato dedicato agli studenti lavoratori.
Potenziamento dei tirocini e legami con gli ordini professionali
Uno dei punti cardine della riforma riguarda il rafforzamento dei collegamenti con gli ordini professionali per agevolare i tirocini e offrire un’esperienza più vicina al mondo delle professioni. In questo modo, il corso punta a favorire una preparazione non solo teorica, ma anche operativa, fornendo agli studenti competenze realmente spendibili sul mercato.
Biennio di specializzazione e percorsi professionali
Per rendere la formazione più professionalizzante, è stato strutturato un biennio di specializzazione con insegnamenti mirati. I percorsi riguardano tematiche come Giustizia e processo, Impresa, lavoro e istituzioni, oltre alla Dimensione giuridica transnazionale e alla disciplina delle attività marittime.
«Il percorso manterrà l’impianto tradizionale di formazione e di base culturale – spiega Gisella De Simone – ma sarà più attento agli interessi e allo sviluppo delle professioni legali e non solo quelle legali tradizionali».
Internazionalizzazione e Blue Economy
Nell’ultimo biennio gli studenti potranno scegliere tra tre diversi orientamenti: uno focalizzato su impresa e lavoro, uno su giustizia tradizionale e uno su internazionalizzazione, con particolare attenzione alla Blue Economy e ai temi legati al commercio internazionale. «L’idea è di dare uno spazio di specializzazione in più, senza perdere però la base comune», aggiunge De Simone.