Laureati in Ingegneria Civile in Calo: Un Settore in Crisi

Ingegneria civile segna un forte calo di interesse tra i giovani, con laureati in diminuzione e difficoltà lavorative crescenti, come evidenziano i dati del Centro Studi Cni.
Il settore dell’Ingegneria Civile sembra aver perso il proprio fascino, stando ai dati che da anni evidenziano una crisi crescente in tutti i corsi di laurea legati al ramo civile. Nel 2023, infatti, i laureati in ingegneria civile hanno rappresentato solo il 6,6% del totale, un calo netto se si pensa che, all’inizio degli anni ’90, tale percentuale sfiorava quasi il 30%. Questi dati, emersi dal rapporto periodico del Centro Studi Cni sui laureati in ingegneria, rivelano il trend preoccupante che colpisce il settore.
Tra le ragioni di questa crisi si riscontrano le difficoltà di inserimento lavorativo rispetto ad altri indirizzi ingegneristici per i laureati in ambito civile e ambientale. Sebbene i finanziamenti del Pnrr e i recenti bonus edilizi abbiano dato un impulso temporaneo, il settore sta tornando alla situazione precedente a queste misure. Il tasso di disoccupazione per i laureati in ingegneria civile a un anno dal conseguimento del titolo è infatti al 4,1%, un dato superiore alla media del 3% degli altri indirizzi ingegneristici.
“Da qualche tempo i giovani tendono sempre più a scegliere corsi ritenuti innovativi e all’avanguardia, come ingegneria gestionale, biomedica e informatica, a scapito di quelli più tradizionali come l’ingegneria civile e edile,” commenta Angelo Domenico Perrini, presidente del Cni. “Ormai, l’immagine dell’ingegnere non si limita più al ruolo di progettista di opere civili o meccaniche, ma si è evoluta in una figura multidisciplinare, con competenze trasversali che spaziano in vari ambiti della società.” Un altro fenomeno rilevante è la crescita di laureati in ingegneria biomedica, che ormai superano in numero quelli di architettura, edile-architettura e civile. “Questa tendenza ci spinge a riflettere sulle nuove esigenze di una categoria professionale in continua evoluzione,” conclude Perrini.
Anche per Marco Ghionna, presidente del Centro Studi Cni, i dati del 2023 rappresentano un segnale d’allarme che, seppure già evidente da qualche anno, richiede attenzione. “La percentuale dei laureati in ingegneria civile è inferiore al 10% dal 2021. Più che di mancanza di vocazione, parlerei di motivazioni complesse. Il dato certo è che il mercato ha bisogno di ingegneri civili, ma evidentemente altre specializzazioni riescono ad attrarre maggiormente i futuri professionisti.” Ghionna sottolinea anche il notevole successo delle università telematiche in questo settore: “I numeri ci spingono a una riflessione non solo ordinistica, ma anche sistemica.”
Secondo il rapporto, i laureati in ingegneria civile nel 2023 provengono da 38 atenei; il Politecnico di Milano emerge come il principale polo formativo, con 187 laureati. Sorprendente è il secondo posto dell’università telematica eCampus, che ha raggiunto i 162 laureati in questo ambito. Le università online stanno registrando un successo crescente, tanto che, nel 2023, quasi la metà dei laureati di primo livello ha ottenuto il titolo presso una di queste istituzioni.
Tra gli sbocchi principali per i laureati in ingegneria civile c’è la libera professione: nel 2023, si sono iscritti all’albo 3.873 nuovi ingegneri nel settore civile e ambientale. Anche i redditi di categoria hanno visto un incremento grazie a misure come il Pnrr e i bonus edilizi, tanto che nel 2022 il reddito medio degli iscritti alla cassa previdenziale del settore ha superato i 54mila euro, rispetto ai 35.315 euro di soli tre anni prima.
Le imprese italiane, nel 2023, prevedevano di assumere circa 6.000 laureati con competenze in ingegneria civile e ambientale. A fine anno risultano aver coperto quasi tutte le posizioni previste, con 5.284 assunzioni completate.