Appello dell’Università di Trento al mondo produttivo

Gianluca Lattanzi

Lattanzi (Università di Trento): «Serve uno sforzo comune per sostenere la ricerca in fisica»

Un accorato appello al territorio e alle realtà produttive arriva dal Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento. Il direttore Gianluca Lattanzi, in occasione dell’assemblea annuale svoltasi nell’aula Kessler del Palazzo di Sociologia, ha chiesto una partecipazione concreta da parte delle istituzioni e delle imprese ai progetti sviluppati nei laboratori in collina, a Povo.

Rivolgendosi in particolare al mondo dell’industria e agli enti locali, Lattanzi ha sottolineato la necessità di una sinergia per sostenere la ricerca scientifica e promuovere il trasferimento tecnologico. «Il nostro lavoro trova applicazioni in ambiti molto avanzati dal punto di vista tecnologico, richiede uno sforzo economico importante. Abbiamo bisogno di sapere se il contesto esterno è interessato, se ci crede e ha voglia di investire», ha affermato.

Investimenti già effettuati e costi di manutenzione elevati

Lattanzi ha ricordato come la sede del dipartimento sia stata oggetto di recenti interventi per l’adeguamento del sistema antincendio, operazione che ha comportato un investimento milionario da parte dell’Ateneo, con lavori ancora in corso. Tuttavia, la struttura presenta criticità impiantistiche e strutturali dovute alla sua vetustà, che comportano costi ricorrenti elevati. Un fardello non più sostenibile, né per il Dipartimento né per l’Università stessa.

Collaborazione per mantenere l’eccellenza della ricerca

Secondo il direttore, è indispensabile un impegno condiviso. «Se siamo d’accordo che l’innovazione generata all’interno dei laboratori di ricerca va a beneficio dell’intero tessuto industriale e imprenditoriale, allora è necessario uno sforzo corale, che coinvolga tutti gli attori del territorio», ha dichiarato Lattanzi.

Solo nell’ultimo decennio, il Dipartimento di Fisica ha ottenuto oltre 10 milioni di euro in finanziamenti europei per singoli progetti. Ma per garantire il livello qualitativo raggiunto e mantenere la sicurezza e la funzionalità delle infrastrutture, serve il supporto dell’ecosistema esterno.

La fisica al servizio dell’impresa e la difficoltà di trattenere i talenti

I laureati in Fisica dell’Università di Trento portano competenze spendibili in svariati settori: high tech, elettronica, telecomunicazioni, tecnologia quantistica, medicina e produzione di energia. Tuttavia, secondo Lattanzi, in Trentino esiste una difficoltà strutturale nel trattenere queste professionalità.

«Esiste una difficoltà cronica dei nostri dipartimenti scientifici, e Fisica non è immune, ad attrarre personale di alto profilo che non riescono a trovare poi una collocazione lavorativa adeguata», ha evidenziato.

Un sistema troppo chiuso e il rischio della fuga dei cervelli

Nel corso del suo intervento, Lattanzi ha posto l’accento sul rischio di un sistema troppo chiuso in sé stesso. «Dobbiamo essere attrattivi e creare un ambiente fertile, anche per le persone che vengono dal resto d’Italia e dall’estero. Per fare in modo che chi viene in Trentino, poi decida di restare», ha detto.

La questione si inserisce nel contesto più ampio della fuga dei cervelli. Un problema che non riguarda solo l’Università di Trento o il Dipartimento di Fisica, ma l’intero sistema Paese. Secondo l’ultimo rapporto Istat, negli ultimi dieci anni circa 97mila giovani hanno lasciato l’Italia dopo la laurea.

«Il nostro Ateneo è un ottimo trampolino di lancio. Formiamo e prepariamo persone che poi però vanno ad arricchire il Pil di altri Paesi. Soprattutto quando non tornano più», ha concluso il direttore.