Daron Acemoglu riceve la Laurea Honoris Causa ad Ancona

All’Università Politecnica delle Marche il Nobel Daron Acemoglu parla di democrazia, istituzioni e futuro dello sviluppo.
L’Università Politecnica delle Marche ha conferito la Laurea Honoris Causa in Economia a Daron Acemoglu, Premio Nobel per l’Economia 2024. La cerimonia si è svolta presso la Facoltà di Economia “G. Fuà” ad Ancona, in un’aula affollata da studenti, docenti e cittadini. Il conferimento ha celebrato il contributo eccezionale di Acemoglu alla comprensione dello sviluppo economico, riconosciuto a livello mondiale.
Lectio Magistralis: “Bolstering Support for Democracy”
Durante la Lectio Magistralis, intitolata Bolstering Support for Democracy, Daron Acemoglu ha approfondito le ragioni del successo e delle difficoltà incontrate dalla democrazia liberale. “Il motivo per cui la democrazia (e in particolare la democrazia liberale) ha avuto successo nel promuovere la prosperità condivisa, servizi pubblici affidabili e la partecipazione dei cittadini, e di come abbia però incontrato gravi difficoltà in questo percorso, compromettendo la sua reputazione presso un’ampia varietà di gruppi sociali”, ha spiegato Acemoglu.
Il Premio Nobel ha quindi indicato la necessità di una nuova visione della democrazia liberale per rafforzarne il sostegno sociale, sottolineando come “le alternative alla democrazia non rappresentano una soluzione migliore per garantire prosperità condivisa e benessere diffuso”.
Il saluto del Rettore Gian Luca Gregori
Nel suo discorso di apertura, il Rettore Gian Luca Gregori ha sottolineato il valore rivoluzionario delle ricerche del professor Acemoglu, che ispirano anche la missione dell’Ateneo: “Abbiamo lavorato in questi anni per promuovere uno sviluppo inclusivo e sostenibile, radicato nel territorio ma con apertura internazionale”.
Gregori ha inoltre ricordato come l’Università Politecnica delle Marche offra una didattica in italiano e in inglese, aderisca ad alleanze europee come Sunrise e Uniadrion, e collabori con imprese e istituzioni per favorire innovazione, occupazione e coesione sociale. “Lo fa senza mai spostare l’ago della bussola dalla centralità della persona alla quale trasmettiamo competenze ma soprattutto valori”, ha aggiunto.
L’impegno dell’ateneo tra formazione e lavoro
L’Università ha riaffermato il proprio impegno a colmare il divario tra formazione accademica e mondo del lavoro attraverso iniziative concrete: Generazione Stem, Job Service Day e Contamination Lab sono solo alcune delle attività pensate per preparare studentesse e studenti a diventare protagonisti del cambiamento economico e sociale.
Daron Acemoglu: uno dei massimi economisti al mondo
Daron Acemoglu è Institute Professor presso il MIT di Boston e figura tra i dieci economisti più citati a livello globale. Ha ricevuto il Premio Nobel per l’Economia 2024, insieme a Simon Johnson e James A. Robinson, per gli studi pionieristici sulla formazione delle istituzioni e il loro impatto sulla prosperità. Già nel 2005 era stato premiato con la prestigiosa John Bates Clark Medal, assegnata all’economista statunitense under 40 con il contributo più rilevante alla teoria economica.
Il ruolo delle istituzioni nello sviluppo economico
La ricerca di Acemoglu ha profondamente trasformato la nostra comprensione delle dinamiche dello sviluppo. Al centro della sua analisi ci sono le istituzioni politiche ed economiche, che determinano le possibilità di crescita di un Paese. Secondo l’economista, le istituzioni inclusive, capaci di favorire la partecipazione democratica e l’accesso equo alle risorse, promuovono prosperità sostenibile. Al contrario, le istituzioni estrattive, in mano a élite concentrate, ostacolano lo sviluppo e alimentano le disuguaglianze.
Why Nations Fail: il libro che ha cambiato il dibattito globale
Uno dei lavori più noti di Acemoglu è il libro Why Nations Fail (in italiano Perché le nazioni falliscono), scritto con James A. Robinson. Il volume ha avuto un impatto significativo nel mondo accademico e nel dibattito pubblico, dimostrando che a determinare il successo economico non sono la geografia, la cultura o il clima, ma la qualità delle istituzioni. La tesi centrale è che la prosperità non è un fatto naturale, ma il risultato di scelte politiche consapevoli e di una società civile attiva.