Oltre 4 milioni dall’UE per trasformare la fibra ottica in sensori globali

Fascio di fibre ottiche

Fibra ottica contro i terremoti: UE finanzia Università di Padova e L’Aquila nel progetto Ecstatic.

Dall’Unione Europea, tramite il programma Horizon, è stato assegnato un finanziamento di oltre 4 milioni di euro per un ambizioso progetto di ricerca: trasformare la rete mondiale di fibra ottica in un sistema globale di sensori capaci di rilevare terremoti, tsunami e problemi strutturali in infrastrutture come edifici, strade e ponti.

Il progetto si chiama Ecstatic, è partito lo scorso febbraio e coinvolge 14 partner europei. Avrà una durata complessiva di 4 anni e promette di rivoluzionare il monitoraggio ambientale sfruttando le infrastrutture di telecomunicazione già esistenti.

Il ruolo delle Università di Padova e L’Aquila nel progetto Ecstatic

L’Italia partecipa al progetto attraverso l’Università di Padova e l’Università dell’Aquila, che avranno un ruolo chiave nello sviluppo di un sistema innovativo dedicato al monitoraggio attraverso cavi sottomarini. Questa tecnologia verrà testata sul tratto di fibra ottica che attraversa il Mar Tirreno, da Genova a Palermo.

Una rete globale di sensori ambientali con la fibra ottica

La fibra ottica si trova ovunque, anche nei luoghi più inaccessibili come il fondale di mari e oceani, ed è un ottimo mezzo di comunicazione che, per garantire che Internet funzioni regolarmente, indirettamente misura costantemente anche l’ambiente”, spiega Luca Palmieri, responsabile del progetto per l’Università di Padova.

Proprio da questa constatazione nasce l’idea di sfruttare le reti di comunicazione ottiche esistenti per rilevare eventi sismici, tsunami e vibrazioni anomale che potrebbero indicare criticità nelle infrastrutture.

Vibrazioni residue per capire la salute dei ponti

Palmieri prosegue con un esempio pratico:
Si pensi, ad esempio, a un treno che passa sopra un ponte, dove tipicamente passano anche i cavi in fibra ottica: il ponte continua a vibrare anche dopo che il treno è passato e, analizzando queste vibrazioni ‘residue’, si possono raccogliere informazioni sul suo stato di salute”.

La potenzialità di monitoraggio della fibra: migliaia di microfoni invisibili

Per immaginare l’enorme potenzialità di monitoraggio ambientale della fibra ottica – continua Palmieri – basti pensare che 20 chilometri di fibra sono come avere una sequenza di 2mila microfoni, uno ogni 10 metri”.

Con questa tecnologia, l’Università di Padova e l’Università dell’Aquila contribuiscono a una rivoluzione scientifica che promette di rendere più sicure le infrastrutture e più tempestiva la risposta a eventi naturali.