Sapienza Università di Roma in prima linea per le donne nella scienza

Sapienza Università di Roma in prima linea per le donne nella scienza

La Sapienza Università di Roma promuove le donne nella scienza con borse STEM, corsi innovativi e iniziative mirate.

“Nelle discipline STEM le ragazze sono più brillanti, ma ancora poche. Come ateneo siamo in prima linea per favorire le donne nella scienza, ma c’è ancora molto da fare, bisogna ancora lavorare sugli stereotipi”. Con queste parole la rettrice della Sapienza Università di Roma, Antonella Polimeni, è intervenuta durante la cerimonia ufficiale per la presentazione della scultura Urania’s passion, opera di Lorenzo Quinn, posizionata all’interno dell’ateneo.

L’iniziativa fa parte del progetto ‘Investing for future. Donne e Steam: da gap a plus’, promosso da Msd Italia con il patrocinio della Sapienza.

Progetti della Sapienza per aumentare le iscrizioni femminili nei corsi STEM

“Come ateneo – ha aggiunto Polimeni – abbiamo posto in essere azioni e strumenti per incentivare la componente femminile dei corsi STEM, intervenendo in primo luogo sull’offerta formativa, istituendo corsi trasversali e transdisciplinari che siano centrati su temi di interesse strategico come quelli dell’innovazione e dell’alta tecnologia e attraverso iniziative mirate, come #100ragazzeSTEM, che ha previsto l’assegnazione di 100 borse di studio triennali alle studentesse meritevoli fuori sede che si iscrivano a un corso di laurea STEM”.

Ottimi risultati accademici per le studentesse STEM della Sapienza

La rettrice ha evidenziato con soddisfazione i risultati ottenuti: “Il bilancio a oggi è positivo e in crescita. I nostri dati evidenziano il primato delle ragazze STEM tra le laureate in corso, sia a livello di lauree triennali che in quello delle specialistiche rispetto ai loro colleghi maschi, confermando un ottimo andamento per i tempi in cui raggiungono il diploma, ma anche per i voti finali di laurea che ottengono”.

Ancora lontani dalla parità di genere nei percorsi scientifici

Nonostante i segnali positivi, Polimeni ha sottolineato che la strada verso l’equilibrio è ancora lunga: “La presenza femminile è ancora troppo bassa rispetto a quella maschile e indubbiamente siamo ancora lontani dal raggiungimento di una completa parità di genere”.