Premio Breakthrough all’LHC: protagonisti i fisici dell’Università di Torino

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Riconoscimento da 3 milioni al CERN: tra i premiati 41 fisici dell’Università di Torino per gli esperimenti ALICE e CMS

La Breakthrough Prize Foundation ha attribuito un riconoscimento da 3 milioni di dollari ai quattro esperimenti del Large Hadron Collider (LHC) del CERN di Ginevra, per il contributo fondamentale alle ricerche sulla fisica delle interazioni fondamentali portate avanti negli ultimi quindici anni. Il premio celebra quello che viene considerato il più grande sforzo collettivo mai compiuto nella storia della fisica, che ha visto coinvolti 13.508 fisici provenienti da oltre 70 nazioni.

La cerimonia di consegna del Breakthrough Prize si è svolta il 5 aprile e sarà trasmessa in differita sabato 12 aprile alle 21 su Facebook. Tra gli scienziati premiati spiccano 41 membri del Dipartimento di Fisica dell’Università di Torino, impegnati nei due esperimenti ALICE e CMS, che fanno parte dei quattro principali progetti dell’LHC. Nella lista dei riconosciuti figurano anche oltre 50 ex studenti dell’Ateneo torinese, tra laureati e dottorati, che hanno proseguito il loro percorso di ricerca in altri enti o hanno intrapreso altre strade professionali fuori dall’ambito accademico.

Le figure coinvolte sono di profilo eterogeneo: alcuni sono docenti che partecipano al progetto sin dalle prime fasi di definizione delle proposte sperimentali, mentre altri hanno contribuito in periodi più brevi, come nel caso dei dottorandi, offrendo però un apporto rilevante nelle attività di analisi dei dati.

Fondamentale anche il ruolo dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), che insieme agli enti di ricerca degli altri Paesi coinvolti, ha co-finanziato la costruzione degli apparati sperimentali e continua a supportare le attività degli scienziati italiani. In particolare, grazie alla collaborazione con la Sezione di Torino dell’INFN, ospitata presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Torino, il gruppo torinese ha potuto partecipare attivamente in tutte le fasi del progetto: dalla progettazione alla realizzazione dei rivelatori, fino all’analisi dei dati. Il loro contributo si è rivelato centrale anche nella creazione e nel coordinamento di gruppi di ricerca a livello internazionale.